Appunti sulla potenza giuridica della moltitudine


  09 / 02 / 2011

di SANDRO CHIGNOLA

Testo dell’intervento per il seminario di Uninomade “Il diritto del comune”. Torino, 10 marzo 2011

Io credo che siano fondamentalmente due i punti di convergenza generali attorno ai quali è possibile tracciare il piano di discussione. Due punti fissati da una diagnostica dell’attualità. La prima riguarda la giuridicizzazione generale del lessico della politica. Non c’è istanza che non venga tradotta in termini di «diritto». Diritto da conquistare, ma, molto più spesso, diritto da difendere, da garantire, diritto fondamentale da irretire negli schemi ordinamentali, estendendo il perimetro del riconoscimento giuridico. Quella della sistematica giuridica, articolata sulla triade concettuale Ordinamento-Stato-Sovranità e sulla verticalità della piramide organizzativa basata sul monopolio statuale della decisione, è una crisi già denunciata dalla scienza giuridica tra Otto e Novecento, che esplode processi sistemici di decostituzionalizzazione e che innesca linee normative che debordano il perimetro dello Stato.

 

Sul piano descrittivo, molte cose sono state dette dalla scienza giuridica e ciò permette di riassumere per sommi capi le tendenze in atto.

 

a) Una tendenza alla progressiva sovrapposizione tra regole e tecniche di matrice americana e diritto globale che, accelerata e sostenuta da una comunità transnazionale di giuristi formati nelle grandi Law School e reclutati dalle Law Firms transnazionali, assume centralità come sapere/potere giuridico generale.

 

b) Un sapere il cui lavoro di decostruzione e di ricostruzione dei sistemi giuridici particolari procede attraverso networks organizzativi orizzontali indipendenti dall’autorizzazione o dalla delega sovrana; risponde in tempi brevissimi a interessi business driven; «spacchetta» lo Stato e ne utilizza i poteri domestici di normazione e di sanzione in termini di implementazione dei principi del rule of law quale diritto «imperiale».

 

c) L’esistenza di numerose prassi di gestione extragiuridica e extraistituzionale dei problemi da parte degli Stati che si affiancano al lavoro tecnico di agenzie non delegate che alimentano flussi multilaterali di governance e che contrastano vigorosamente con l’unità sistematica dell’ordinamento.

 

Altre cose fondamentali ci sarebbero da dire, ovviamente.  Per quanto mi riguarda tuttavia, mi interessa porre l’accento sull’effetto di sfondamento che questo tipo di regolazione pone in essere rispetto alla gerarchia delle fonti normative (quella attuale è più una costellazione an-archica del diritto di quanto non sia un ordinamento, potrebbe forse dirsi) e rispetto al passaggio da un ordine della spazialità a un ordine di ripartizione e di gestione di tempi e flussi come problema fondamentale del diritto.

 

Qui incontriamo un primo problema sul quale vorrei richiamare l’attenzione. Forme sempre meno bisognose di esecuzione segnano il diritto contemporaneo e globale. Questi ritrova nel diritto dei contratti, nella lex mercatoria, in paradigmi di common law schemi di normatività debole in grado di garantire efficienza e organizzazione. E tuttavia questa normatività debole riesce a realizzare un potente effetto di verità: tutte le parti in causa possono essere convocate sulla base del riconoscimento del vincolo giuridico che viene così attuandosi subendo una fascinazione che le porta a considerarsi auto-obbligate rispetto alle decisioni in via di definizione. E’ in questo modo, tanto per fare un esempio, che molte organizzazioni della società civile possono essere cooptate e funzionalizzate al comando. Allo stesso modo, è in questo modo che il lessico dei «diritti», anche quando praticato dai movimenti, può essere usato ai fini dell’autopoiesi sistemica e per neutralizzare le istanze che cercano di articolarsi attraverso di esso.

 

Questo mi porta al secondo punto di convergenza diagnostica di cui dicevo. Proliferazione «costituente» del diritto in ordine ai rapporti da costruire orizzontalmente; giuridificazione generale del lessico politico con il ricorso ai «diritti» da difendere e da garantire; debordamento e rifunzionalizzazione delle costituzioni nazionali, sono elementi cruciali della governamentalizzazione dei dispositivi di potere.

 

Qui dunque, di nuovo, il problema del rapporto che si produce tra questa governamentalizzazione (una governamentalizzazione segnata dall’amministrativizzazione e dalla desovranizzazione dei poteri, dal ruolo centrale tenuto dal rule of law come macchina di giuridificazione e di privatizzazione generale; dal monolinguismo del «diritto» e dei «diritti» come veicolo del reciproco riconoscimento tra governanti e governati)  e la soggettivazione politica.

 

Questo rapporto esprime un’ambivalenza fondamentale, a mio modo di vedere. La governamentalizzazione dei dispositivi di potere bascula tra cattura e democratizzazione. La cattura che si produce, come ricordavo poco sopra, nel meccanismo di auto-obbligazione per cui le parti fanno orbitare le proprie rivendicazioni attorno al fulcro che le compatibilizza giuridificandole e che normalizza i claims trattenendoli ai limiti del «dialogo» istituzionale. E la soggettivazione che disegna invece, sempre sul limite delle retoriche dell’universale, le linee di fuga che la governance deve inseguire per poterle imbrigliare e ricomporre.  Questa ambivalenza è, io credo, esattamente il dato che occorre valorizzare. «Man steht etwa auf dem Grund bewegenden Kräften…» scriveva, il vecchio Schmoller…

 

Ciò che dobbiamo cercare di superare è l’incantamento, cui ancora rischiamo di soggiacere, di una differenza (e di una dialettica ancora virtuosamente operativa) tra Stato e società. Come se, cioè, le attuali forme organizzative del diritto ritracciassero una linea di demarcazione netta tra i due poli dell’ellissi governamentale e potessero valorizzarla ai fini dello sviluppo. Sono infinite le variazioni sulla «società civile globale» opposta alle filiere del comando; le retoriche del pubblico erette contro la «privatizzazione» dei beni comuni (che, mi auguro su questo si convenga, non è affatto utile «ri-naturalizzare» e assumere come pre-dati); le  rivendicazioni di «diritti» negati da far riconoscere a istituzioni fissate in tempi e spazi indipendenti rispetto a processi che, invece, le attraversano.

 

Il debordare del lessico giuridico – effetto di quella che ho chiamato provvisoriamente la decostituzionalizzazione del comando: il processo che degerarchizza il diritto; lo traduce in vettore di organizzazione tecnica dei rapporti; espropria allo Stato il monopolio della decisione e gl assegna il ruolo di partner in processi organizzativi che, di volta in volta, lo marginalizzano, lo escludono o lo riutilizzano per l’implementazione di strategie globali  – tende a mio parere a procrastinare oltre il suo tempo massimo la fissazione di una differenza tra Stato e società, tra pubblico e privato, tra il «Politico» e uno spazio sociale fratturato, frammentato in domande inarticolate, che palesemente non esprime più alcuna simmetria.

 

Quella che il diritto postsovrano regola è, in qualche modo, la fluidità di un sistema immanente di rapporti canalizzati per mezzo della legge e indicizzati sulla proprietà. La governance postsovrana si carica del lavoro di mediazione e di confronto che permette di calare il comando nella fitta rete di rapporti che devono essere governati e che tuttavia devono essere anche lasciati il più possibile liberi e autonomi di poter sviluppare la propria potenza di autorganizzazione.

 

La legge e la proprietà sono fondamentalmente i dispositivi attraverso i quali il comando lavora alla traduzione e alla riconduzione dell’autovalorizzazione nelle linee di compatibilità del sistema capitalistico. Ma senza che possa essere tenuta e riprodotta una linea di netta separazione preventiva tra gli ambiti di regolazione, tra «Stato» e «società».

 

E’ a quest’altezza che l’ambivalenza di cui dicevo può essere forzata. Se è vero che il mutamento dei dispositivi della rappresentanza e del dominio cui è possibile alludere con il termine «governance» è indotto dall’irruzione di processi, di interessi e di soggetti ingovernabili e non allocabili rispetto ai canali di una tradizionale meccanica del consenso (la metropoli, i flussi deterritorializzati di uomini e cose nello spazio globale, le striature che marcano dall’interno le zones transfrontaliere o «infrastatali» in cui si fissano i cicli della messa a valore e che fanno saltare il rapporto di sovrapposizione tra ordinamento e territorio), allora è vero anche che è sul movimento irriducibile della libertà che occorre concentrare l’attenzione. E non sulle retoriche per mezzo delle quali si cerca di riassegnare un senso compiuto ad una trasformazione che, in quanto in divenire, va assunta invece come la posta in gioco da decidere.

 

Il problema, credo, è il modo in cui si produce la soggettivazione degli interessi e dei gruppi. Non, ovviamente, il modo in cui essi interagiscono in uno spazio che dovrebbe registrarne l’impossibile equilibrio. Si tratta di tenere aperti questi circuiti di soggettivazione. Che attraversano i processi autoriflessivi della «governance» producendo sempre di nuovo lo scarto tra diritto e sovranità; tra l’ingovernabile, come l’ «ambiente» nel quale vengono aleatoriamente svolgendosi tutte le funzioni di regolazione politica, e le istituzioni che perimetrano invece il proprio «territorio» accreditandosi di un’ormai impossibile rappresentanza generale.

 

L’ambiente in cui si cala la regolazione è un ambiente rischioso, frammentato; un ambiente che non viene direttamente prodotto da essa e che essa, per poterlo decifrare e ricostruire, deve tracciare, inseguendolo nella serie di nodi di autovalorizzazione che esso differenzia a partire dalla sua potenza di autorganizzazione. Non la società opposta allo Stato, ma il nastro di Möbius descritto dall’inseguirsi di libertà e funzioni di comando; da un comando le cui funzioni di regolazione hanno bisogno della libertà dei soggetti ai fini della crescita, e di una libertà che ha bisogno della regolazione per poter garantire la propria trascrizione giuridica e non finire con l’inceppare sé stessa. E’ questo il punto di massima estroflessione, ma anche di massima tensione, della razionalità neoliberale di governo.

 

Ora. Credo si possa dare per assodato che ciò che ha costretto il comando a governamentalizzare i propri dispositivi sia stata l’eccedenza – Toni Negri la chiama l’«eccedenza costituente» – delle linee di fuga della soggettivazione moltitudinaria. E qui va chiarito un punto, a mio avviso. Quella che Negri chiama «moltitudine» non è un Soggetto olistico attraverso il quale rinominare la «società civile» che si oppone allo Stato. Mi sembra che il paper di Günther Teubner legga in maniera piuttosto semplificata il concetto di Negri e che rischi di fraintenderlo.

 

La moltitudine è un concetto di classe e viene usata come «placeholder» per la ricomposizione che si produce in lotte (concetto altamente e classicamente giuridico, questo, nonostante tutto. E non è il caso di tornare qui su Antigone, sul Kohlhaas di Kleist… Basti il riferimento alla nozione di «potenza giuridica» di Rudolph von Jhering) la cui trasversalità non può più essere riferita ad un Soggetto astratto o alla tenuta di un codice rappresentativo.

 

E’ il modo nel quale funziona oggi la produzione, l’irriducibilità della cooperazione, la sua non riconducibilità all’Uno, l’impossibilità della sua organizzazione da parte del comando capitalistico, il segno sempre più cognitivo del capitalismo contemporaneo, ciò che pone all’ordine del giorno la questione del «comune».  Ed è nel rapporto tra singolarità e comune che sfuma definitivamente la capacità di tenuta della differenza tra pubblico e privato, tra Stato e società. Per questo, dicevo in apertura, solo in termini retorici o sostitutivi per chi stia sul terreno delle lotte, è possibile ancora parlare il lessico dei «diritti». Se è vero che la norma è sempre altro da ciò che viene normato, dalla realtà di ciò che avviene, ebbene all’altezza dei processi in atto, la «pressione» sul sistema giuridico è tale, per chi la legga dal basso, da far saltare la frontiera che separa ordinamento e realtà, proprio perché ad un ordinamento frammentato corrispondono, su tutti i suoi punti di soglia, istanze costituenti che non chiedono di essere giuridicamente «tradotte», ma che esprimono un’autonoma potenza di affermazione.

 

Nell’esperienza giuridica prestatuale l’ellissi di governo vedeva affrontarsi in un rapporto non monopolizzabile da parte della decisione sovrana principi e ceti. Il governo aveva di fronte a sé interessi corporati capaci, proprio perché tali, di resistenza. Il diritto di resistenza si fondava sull’indisponibilità di un interesse comune difeso dall’ingerenza e dalla prevaricazione del principe.

 

Quella che veniva così esprimendosi, era una dimensione immediatamente istituzionale degli interessi «sociali». Essi non accettavano l’espropriazione giuridica della decisione. Nella misura in cui la «moltitudine» è capace di composizione politica, e cioè di organizzare – qui sta l’autentico problema politico che abbiamo – le singolarità in un «comune», la moltitudine è immediatamente capace di diritto. Essa non ha bisogno di trascrivere o di tradurre le proprie rivendicazioni in diritti che, proprio perché esigibili, tenderebbero a rinsaldare il potere in grado di rappresentarli, riconoscerli, autorizzarli o concederli.

 

La distinzione tra pubblico e privato entra in crisi sul lato del potere (per l’impossibilità di monopolizzare la decisione e di disciplinare dall’alto la cooperazione sociale), ma entra in crisi anche dal basso, perché la moltitudine esprime in termini immediatamente politici la propria soggettivazione facendo saltare i codici proprietari sui quali si è storicamente articolata la nozione di soggetto di diritto.

 

La moltitudine è il luogo nel quale le singolarità producono un interesse di parte, nel quale comunicano, e che marca immediatamente la forma della loro parte-cipazione al dispositivo di governo. Rispetto a quest’ultimo un fuori non c’è, perché non c’è società che non sia attraversata dalla circolazione del potere. E tuttavia l’internità della partecipazione dei governati al fatto di governo non può essere spoliticizzata, né da essa può ancora essere prodotta la fictio iuris di un’universale astratto, sia esso il popolo, la società, o la nazione.

 

Se è vero, che la governamentalizzazione dei dispositivi di potere dipende dal modo in cui il governo deve ridefinire, ai fini della loro cattura, le modalità della partecipazione dei governati al processo decisionale, è altrettanto vero, che i governati, l’altro fuoco irriducibile dell’ellissi di governo, non cessano di essere parte al suo interno, resistendo all’assimilazione quanto più sono in grado di organizzare e di esprimere politicamente la propria soggettività e cioè quanto più rifiutano di tradurre i propri claims nel monolinguismo giuridico che alterna, sulla base della differenza tra società e Stato, garanzia dei diritti privati e rappresentazione pubblica dell’interesse generale.

 

Quello del diritto postmoderno è un universale fratturato, incrinato e percorso costantemente da processi di soggettivazione che difendono la propria, materiale, parzialità, quanto più rifiutano l’astrazione che dovrebbe, invece, dissolverle. Quanto più, cioè, rifiutano la codificazione negli equivalenti generali del diritto, della merce e del denaro e quanto più sono in grado di organizzare «contro-istituzionalmente» – e cioè: di fronte al comando – l’autonomia che obbliga i dispositivi di governance a riconoscerle come parti di un processo di governo che va contrattato, ridefinito e modulato sulla base della loro inassimilabile resistenza.

 

Günter Teubner parla dei diritti fondamentali come di «controistituzioni». Credo che la differenziazione di autonomi nodi della cooperazione irrapresentabili con gli schemi dicotomici della tradizione giuridica occidentale, possano essere pensati allo stesso modo. Ma solo se queste istituzioni del comune saranno in grado di organizzarsi all’altezza dei processi di soggettivazione che le attraversano e se quest’ultimi saranno in grado di mantenersi all’altezza della resistenza che li qualifica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


URL: https://uninomade.org/sulla-potenza-giuridica-della-moltitudine/

Copyright © 2010 Uninomade 2.0

Cialis 5 mg senza ricetta Cialis 5 mg effetti collaterali Cialis 20mg in vendita Acquistare Cialis originale in Svizzera Acquistare Viagra senza ricetta in Svizzera Acquista Cialis generico 10mg Acquista Viagra generico in farmacia online Costo di Cialis 5mg Dónde comprar Reduslim online Comprare Spedra Avanafil senza ricetta online Acquista Viagra in Svizzera senza prescrizione precio Cialis 5 mg Dónde comprar Viagra Contrareembolso oferta Cialis 5 mg Ordina viagra Cialis 5 mg efectos secundarios Reduslim funciona soluciones para la impotencia Sildenafil avanafil prezzo cialis 20 mg prezzo cialis effetti benefici cialis 10 mg Reduslim Kaufen method man snoop dogg spedra buy cialis orgeneric tadalafil купить дипломы о высшем купить диплом университета http://rdiplomik24.com купить диплом техникума купить диплом специалиста http://diplomy-originaly.com купить диплом купить диплом автомеханика http://diplomyland.com купить свидетельство о рождении купить диплом кандидата наук http://diplomsagroups.com купить диплом кандидата наук купить диплом кандидата наук https://gosznac-diploma.com/ купить диплом вуза где купить диплом купить диплом с занесением в реестр реально купить диплом занесенный реестр купить аттестат за 11 класс купить диплом университета купить диплом о высшем образовании реестр купить диплом о среднем специальном https://russian-diplom.com купить диплом с внесением в реестр купить диплом университета http://rudiplomirovanie.com купить диплом занесенный реестр купить аттестат купить диплом фармацевта купить диплом с реестром купить диплом о высшем образовании https://premiums-diploms.com где купить диплом с реестром купить диплом кандидата наук http://russdiplomiki.com купить диплом без реестра купить аттестат за 11 класс https://diplomansy.com купить диплом колледжа с занесением в реестр купить диплом колледжа https://diploms-asx.com купить диплом с внесением в реестр купить диплом о высшем образовании https://diploms-asx.com купить диплом пту с занесением в реестр купить диплом ссср http://free-diplommi.com купить настоящий диплом реестр купить диплом колледжа купить дипломы о высшем купить диплом реестром москве купить свидетельство о браке купить диплом в москве купить диплом с внесением в реестр купить аттестат за 11 класс купить диплом бакалавра купить диплом с внесением в реестр купить диплом нового образца купить диплом магистра где купить диплом с реестром купить аттестат за 11 класс https://originality-diplomany.com купить диплом медсестры с занесением в реестр купить диплом ссср https://premialnie-diplomas.ru купить диплом с реестром цена купить диплом о высшем образовании https://diplomsy-landsy24.ru/ купить диплом колледжа с занесением в реестр купить диплом о среднем образовании http://diploms-service.com купить диплом с занесением в реестр реально купить свидетельство о рождении https://kyc-diplom.com купить диплом с внесением в реестр купить свидетельство о рождении купить диплом бакалавра купить диплом с реестром купить аттестат за 9 класс купить диплом вуза купить диплом врача с занесением в реестр купить диплом автомеханика https://diplomy-grup24.com/ купить диплом с проводкой купить диплом о среднем образовании купить диплом о среднем техническом образовании купить диплом с реестром цена москва купить диплом о среднем образовании https://diplomansy.com/kupit-diplom-s-provodkojкупить диплом вуза с занесением в реестр купить диплом бакалавра купить настоящий диплом купить диплом с занесением в реестр отзывы купить диплом магистра купить диплом магистра купить диплом с проводкой купить диплом техникумакупить диплом для иностранцев купить диплом с занесен ем в реестр купить диплом автомеханика https://diplomiki.com купить диплом с реестром
купить диплом о среднем специальном
купить диплом автомеханика
купить диплом
купить диплом автомеханика
https://russiany-diplomana.com
купить диплом бакалавра
купить свидетельство о рождении
https://originality-diplomik.com
купить аттестат за 9 класс
купить диплом
купить диплом в москве
купить свидетельство о браке
купить свидетельство о браке
https://lands-diplomy.com
купить свидетельство о рождении