“Le printemps erable” e la May Day degli studenti a Montréal
di LUCIO CASTRACANI e DAVIDE PULIZZOTTO
La mobilitazione qui a Montreal è iniziata alle 5 del mattino con un pullman che si è recato nella vicina Sherbrooke per sostenere il picchettaggio in un liceo, ottenendo la sospensione dei corsi. Quest’anno la Fête internationale des travailleurs et des travailleuses, qui in Québec, ha assunto un’importanza particolare inserendosi nel quadro delle lotte studentesche contro l’aumento delle tasse universitarie del 75% in cinque anni. Gli studenti scioperano ormai da dodici settimane, attraverso innumerevoli iniziative quotidiane che vanno dal semplice picchettaggio, passando per eterogenee attività artistiche fino a momenti dedicati all’université populaire. Malgrado le negoziazioni siano ancora in una fase di stallo, il movimento ha già ottenuto una vittoria importante inglobando le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori e delle comunità autoctone. Ricordiamo, ad esempio, che circa una settimana fa c’è stata un’azione congiunta di protesta, con diversi arresti, contro il “Piano Nord”: un programma del governo Charest che ha come fine lo sfruttamento delle risorse naturali del grande Nord québbecchese e che ci ricorda le nostrane lotte No-Tav. Infatti il “Piano”, oltre a distruggere la biodiversità di paesaggi incontaminati, prevede l’espropriazione dei territori dove risiedono le comunità autoctone.
La capacità di allargare gli orizzonti della protesta ha permesso al movimento studentesco di svincolarsi dalla strategia del governo che voleva relegare il conflitto ad una disputa tra studenti e studentesse intorno ad un’aumento delle tasse “inevitabile”. Oggi gli studenti e le studentesse si presentano come la più forte componente della moltitudine di resistenze che anima “le printemps erable”, come qui è stata definita questa stagione di lotte. La giornata di oggi è stata caratterizzata da una serie di iniziative che avevano come epicentro il May Day anti-capitalista organizzato per la quinta volta della CLAC (Convergence des Luttes Anti-Capitalistes). I sindacati e le associazioni studentesche hanno sfilato però separatamente. Questa divisione non dev’essere percepita come una frattura all’interno del movimento. Attualmente infatti le associazioni studentesche stanno contrastando un’operazione di criminalizzazione da parte del governo, ben sostenuta dai media ufficiali. La scelta dunque di essere formalmente distanti da una manifestazione che si preannunciava tesa, può essere letta come una strategia politica.
Il May Day ha visto una ampia partecipazione da parte di diverse associazioni anti-capitaliste, anti-imperiliaste e anti-fasciste, ma anche da parte di singoli cittadini e cittadine ed ex-occupanti di Occupy Montréal. Il colore e il folklore a cui siamo abituati in queste occasioni è stato presto rotto dall’intervento delle forze dell’ordine, che hanno disperso i manifestanti a suon di manganellate e hanno dichiarato illegale la manifestazione. Il motivo delle cariche di alleggerimento è stato un atto di sanzione ad una banca da parte di alcune organizzazioni anarco-comuniste. Nonostante gli arresti (una dozzina) uno sparuto gruppo si è comunque ricomposto, cercando di proseguire nel miglior modo possibile la giornata del May Day.
La mobilitazione non si arresta, qui à Montréal. Già domani ci sono altre iniziative studentesche, tra cui una manifestazione femminista contro lo Stato paternalista. Anche il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori continuerà la mobilizzazione e si ritroverà il 15 maggio per uno sciopero generale. In altri termini, qui in Québec i movimenti stanno incessantemente resistendo al capitale.
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