Wikileaks, Anonymous, Internet Mobile e la moltitudine in lotta: dopo la Tunisia l’Egitto
di GIORGIO GRIZIOTTI
Che un vasto movimento stia emergendo in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo è un’evidenza che trova conferma ogni giorno.
Che le caratteristiche di questo movimento siano completamente nuove pur non rinnegando le esperienze delle generazioni precedenti sembra sempre più chiaro: la nuova fabbrica è la metropoli, era il titolo di una mia corrispondenza durante le lotte dell’autunno francese ed il seguito, a Londra, a Roma ed in quasi tutta l’Europa lo ha confermato.
Aldilà dei momenti culminanti, con le giornate di piazza e di lotta, i segnali sono ormai molteplici e manifesti anche su versanti artistici e culturali da sempre anticipatori sensibili delle svolte e delle tempeste
Mi capita sempre più spesso di percepire i segni annunziatori della fine di una fase e di apertura di una nuova. Ne cito due che ho vissuto recentemente : I still love , l’esporsi di corpi neri di bitume e marcati da anni di biopotere al Pac di Milano (Franco B è un artista italiano che vive a Londra e la fuga dei cervelli sembra sempre più tangibile in Italia e specialmente nella tristissima Milano odierna…) o il film tedesco The City Below che mette magistralmente in scena una storia ambientata nelle torri trasparenti dei disumani quartieri del mondo della finanza; qui si tratta di Francoforte , ma il quartiere della Défense a Parigi o di Canary Warf a Londra sono identici.
Il tema che vorrei proporre qui è pero’ più legato al ruolo dei Network Commons nella transizione attuale.
Nel mio intervento al convegno Digital Commons del maggio scorso a Venezia accennavo alle battaglie in corso del 2.0 ed all’esile linea di demarcazione fra la captazione ed il controllo che sono esercitati tramite il network da un lato, e le potenzialità ed opportunità infinite di una sua utilizzazione per costruire un nuovo comune dall’altro.
Durante l’autunno caldo parigino sottolineavo il ruolo della rete ed in particolar modo dell’internet mobile e dei bio-hypermedia (smartphones, smartpads e gli altri devices personali) nelle nuove forme di lotta moltitudinarie.
Non è assolutamente casuale che in questo momento l’esplosione WikiLeaks riveli un nuovo fronte e scateni il primo grande scontro direttamente sulla rete.
Negli ambienti degli attivisti internet è stato osservato a proposito delle rivelazioni di WikiLeaks che le reazioni poco “democratiche” della governance mondiale, US in testa, erano in fondo un fenomeno più importante dello scandalo dei contenuti diffusi, sui cui torneremo in seguito. Ed io sono d’accordo a considerare che il ruolo più significativo di WikiLeaks sia quello di rivelatore e di catalizzatore
Infastidito dall’attacco non previsto e dalla nuova tattica di WikiLeaks l’impero ( da Biden a Sarkozy passando per Paypal e Amazon) reagisce con azioni assolutamente illegali:
- il sito Wikileaks è attaccato sul net da reti di computer Zombies
- Corporations come Amazon, PayPal, BankAmerica, PostFinance in Svizzera, MasterCard e Visa bloccano la collaborazione o gelano i doni fatti su internet a WikiLeaks
Le risposte non si fanno attendere:
- circa 600 siti si offrono come mirror e, dando il cambio ai severs Wikileaks, permettono di dare continuità al servizio
- Anonymous, lancia l’operazione Payback Avenge Assange con la tecnica del
dDOS (distributed denial-of-service attack ) e risponde all’attacco bloccando nientemeno che VISA , Mastercard, Paypal e PostFinance.
Il principo di funzionamento del dDOS è semplice: una rete che va da qualche centinaia a diverse centinaia di migliaia di computers zombies o consenzienti, chiamata anche Botnet (da Robot e Networks), lancia automaticamente e contemporaneamente una raffica di richieste di servizio verso il sito target sino a saturarlo e a paralizzarlo.
Questa tecnica è universalmente utilizzata sia che si tratti della mafia o di agenzie governative (o entrambi in collaborazione) o di gruppi informali di contropotere come Anonymous.
Basti pensare al famoso attacco nel 2007 contro i siti del governo e dell’amministrazione dell’Estonia il cui primo ministro accuso’ apertamente il governo russo di esserne il mandante e l’organizzatore o ai più recenti attacchi cinesi contro Google.
Qui pero’ mi sembra importante mettere in evidenza una differenza fondamentale : se la tecnica è la stessa la mafia ed i servizi costruiscono i loro Botnet infettando i PC tramite virus che gli utenti subiscono mentre Anonymous ha costruito il suo Botnet sulla base del volontariato. Proponendo di usare un tool facile da utilizzare e ironicamente chiamato LOIC , low orbit ion cannon (da Guerre stellari) gli utenti possono partecipare all’attacco coordinato indicando l’indirizzo del sito target.
Anonymous e l’operazione Payback Avenge assange
Anonymous è un termine usato in due sensi. Come “Fenomeno (cfr anche meme) Internet”, rappresenta il concetto di un collettivo d’utenti della comunità on-line che agisce in forma anonima in modo coordinato verso un obiettivo concordato autonomamente. Il etrmine è usato anche come un’etichetta adottata da una comunità informale, non strutturata e dinamica che si lancia in proteste e azioni su Internet.
Le singolarità che compongono Anonymous tessono una rete dinamica e fluttuante tramite diverse istanze Internet: i forum, gli imageboards e molti siti web. Prima di passare all’azione si coordinano più precisamente usando i Social Networks.
L’operazione Paybak non è un esordio. Anonymous si era già manifestato precedentemente con azioni più politiche contro il Copyright, attaccando e saturando grandi siti Americani che gestiscono i diritti d’autore; a mio parere quest’attacco ha costituito la punta di diamante di una pratica vasta e sinora vincente contro questa specifica estrazione di rendita. A poco sono valsi i goffi tentativi in Francia ed in altri paesi di mettere in funzione dispositivi di controllo complessi, inefficaci e completatamente obsoleti al momento stesso della loro implementazione sul terreno.
Anonymous aveva fra l’altro attaccato la Scientologia e anche semplicemente messo in atto provocazioni come la giornata del Porno, saturando Youtube con migliaia di video pornografiche.
Più recentemente Anonymous ha lanciato Leakspin un’azione collettiva più costruttiva dove ciascuno è invitato a compilare, verificare e diffondere le migliori informazioni contenute nei cables. Resta da vedere se in questo caso la moltitudine possa essere più efficace o pertinente dei giornalisti del New York Time, El Pais, Guardian, Le Monde etc. ?
Internet General Intellect
In una recente serata dedicata a WikiLeaks in uno dei centri parigini della controcultura internet diversi aspetti sono emersi da questo primo episodio dell’infowar:
C’è una generazione di geeks e haktivisti che dispone in modo globale e diffuso di competenze con cui organizzare un contropotere reale sulla rete e di conseguenza influire sulla produzione mondiale sia immateriale che fisica.
Due aspetti sono particolarmente importanti:
- saper rendersi completamente anonimi sul net, da cui la simbolica immagine della maschera di Guy Fawkes popolarizzata dal fumetto e dal film V for Vendetta.
- saper proteggere ed autenticare i flussi per indirizzarli con precisione e sicurezza verso determinati destinatari
Non dimentichiamo la posta in gioco: Internet è non solo alla base di tutta la produzione cognitiva mondiale ma anche sempre più integrato alla produzione industriale al punto che, per esempio, il 15 dicembre scorso il Jerusalem Post esulta proclamando che il Worm Stuxnet, creato e messo in rete con tutta probabilità dai servizi israeliani e americani, avrebbe ritardato di due anni la produzione del nucleare Iraniano.
D’altro canto fonti vicine agli hackers hanno fatto trapelare che nel recente attacco d’Anonymous a Visa oltre al dDos siano state lanciate operazioni di tipo “injection SQL” potenzialmente molto più pericolose e devastatrici per le informazioni vitali contenute nei Database dell’Operatore finanziario. Per il momento questi attacchi non sono riusciti à superare l’ostacolo finale del criptaggio ma chiaro che se e quando quest’ultimo chiavistello saltasse i livelli di destabilizzazione crescerebbero esponenzialmente.
Senza costituire un’organizzazione nel vecchio senso del termine Anonymous è di fatto un’avanguardia capace di coagulare e di catalizzare forze crescenti in momenti determinanti della battaglia del Net, creando con questo atto una produzione di comune globale.
Le rivelazioni e l’azione di Wikileaks cambiano il paradigma della diffusione dell’informazione, un altro aspetto centrale che si affianca e si integra al recente movimento Europeo. Un’Europa-vaso di coccio, che tramite i relais politici locali, subisce il più duro attacco della governance mondiale dominata dal capitale finanziario.
L’ordine di questa governance non prevede e non ammette livelli di welfare incompatibili col mantenimento e la crescita della rendita.
L’apertura di questi nuovi e molteplici fronti, quello della nuova informazione e del contropotere sul net, rinforza enormemente l’ipotesi che l’inizio del decennio corrisponde all’apertura di una nuova fase.
In modo sempre più pertinente una forza alternativa autonoma opera con un potenziale immenso sullo stesso terreno del capitalismo digitale e finanziario ed è in grado di battersi efficacemente contro la sua supposta onnipotenza.
Sotto i colpi di questi attacchi la vecchia governance fa cadere sempre più spesso e velocemente la maschera di una “democrazia del diritto”. Il diritto infatti, già molto carente nel mondo Internet, è sbeffeggiato senza vergogna, governo Obama in testa. Da questo punto di vista Berlusconi è stato un precursore del negativo…
bio-hypermedia e l’incontro d’internet col corpo nella fase biopolitica che si apre
Il passaggio in corso è quello dell’internet mobile
Nel contesto di questo cambiamento e dell’apertura di una nuova fase squisitamente biopolitica gli usi di una tecnologia che è vieppiù integrata al nostro bios diventano un elemento centrale (curiosamente bios – Basic Input Output System è il termine che definisce il cuore iniziale di ogni PC da più di trent’anni).
Cos’altro permettono gli smartphones, smartpads e gli altri devices, sempre più sofisticati e connessi alle molteplici reti locali o globali (dal wifi al gps passando per la 3G o la 4G) che portiamo con noi e su di noi se non un nuovo modo d’integrare piu intimamente la nostra mente, i nostri sensi ed il nostro corpo alla rete?
La nascita di un bio-hypermedia termine che amo utilizzare per definire questo complesso d’attivita umana connessa, costituirà anzi costituisce un nuovo salto d’innovazione che di per sè, come sempre in questi casi, è un’arma a molteplici tagli. Quale strumento puo’ meglio essere utilizzato per estrarre rendita, per controllare la vita minuto per minuto, per semplicemente esercitare il Biopotere?
Ma è la presa di coscienza che si manifesta in modo generalizzato nella metropoli e nella rete stessa che segna il tempo del cambiamento e che rende il bio-hypermedia uno strumento potente ed inarrestabile.
Oggi molti sorridono quando sentono che le configurazioni dinamiche di Anonymous sono costituite in maggioranza da schiere di adolescenti. Da parte mia io trovo bellissimo che una generazione senta il bisogno e la necessità di creare nuove forme di democrazia che sfondino l’alto muro di violenza, d’ingiustizia, di sfruttamento e di corruzione che blocca il suo futuro ed il nostro.
Post Scriptum : Dopo la “rivoluzione Facebook” a Tunisi l’Egitto si rivolta
Subito dopo aver terminato una prima versione dell’articolo la rivolta popolare scende in campo prima in Tunisia, dove vince ed ora in Egitto.
La vittoria d’un movimento senza leaders e senza avanguardie organizzate è una conferma strepitosa ed ormai riconosciuta del ruolo e del peso del Net in questa nuova fase.
Nella fase iniziale della rivolta l’indignazione provocata dalle rivelazioni Tunileaks che danno il dettaglio e l’ampiezza della corruzione nel paese è stata una delle scintille della rivolta.
In seguito nella prima fase della rivolta Anonymous interviene in appoggio con un ciberattacco che paralizza importanti siti governativi e bancari tunisini.
Quest’inatteso rinforzo internazionale ha avuto un forte effetto dal punto di vista psicologico sulla giovane generazione tunisina. L’isolamento che la dittatura cercava di mantenere a tutti i costi era rotto, l’azione collettiva rinforzata.
Come è ormai unanimemente riconosciuto l’utilizzazione delle reti sia Internet che la rete mobile è stata centrale non solo nel coordinamento sul terreno, nella diffusione dell’informazione, ma anche nel formarsi della volontà che ha permesso di vincere.
Alcuni giovani informatici tunisini di ritorno in Francia che hanno partecipato alle grandi manifestazioni fra cui quella famosa di fronte al ministero degli interni hanno testimoniato del ruolo decisivo di facebook ed è loro d’altronde la definizione di “Rivoluzione Facebook”
Dopo l’ultimo discorso di Ben Ali e della messa in scena di una falsa manifestazione pro-governativa, alcuni di loro infatti cominciano a dubitare ma appena si collegano su Facebook vedono immediatamente che la determinazione a farla finita subito resta intatta anzi rafforzata.
Certo la polizia tunisina ha cercato d’infiltrarsi nei conti degli utenti Facebook per saperne di più, ma confermando la forza ed il know-how degli hactivisti sono apparse rapidamente le istruzioni dettagliate per proteggersi contro gli attacchi polizieschi sul net. Inoltre i cellulari e l’internet mobile hanno permesso il coordinamento sul terreno e la diffusione istantanea sul net della violenza assassina della polizia.
Più recentemente la rivolta è scoppiata in Egitto e continua da cinque giorni mentre scrivo queste righe. Sono sicuramente le lezioni Tunisine che hanno spinto Moubarak, messo alle strette, a tagliare internet ed una parte delle reti mobili fra cui i server SMSC.
Sono apparse allora nuove risposte come quella, certo modesta, di alcuni Internet Service Provider, come per esempio il Francese FDN, che hanno messo a disposizione dei numeri gratuiti par accedere ad Internet sulla vecchia rete telefonica commutata. (Per cui sarebbe meglio non buttar via i nostri vecchi modem 56 K che potranno forse servire in situazioni di emergenza…)
Pare che Moubarak abbia fisicamente fatto staccare i cavi Internet per cui tutto l’Egitto, 80 milioni di persone, è piombato nell’oscurità telematica. Una situazione nuova ed un’arma a doppio taglio che, se da un lato rende più difficile il coordinamento della rivolta, d’altro lato aggrava e conferma la situazione di blocco e sciopero generale del paese.
Nelle nuove forme di democrazia che emergono uno dei primi punti da trattare è quello di garantire una reale autonomia delle reti; le tecniche esistono e funzionano come per esempio la rete de i wifi (un po’sul tipo di Fon ma rendendosi indipendenti dalle reti private).
Si tratta innanzitutto di combattere e smantellare l’iniqua governance delle reti imposta dal capitalismo finanziario tramite le sue agenzie governative locali, il cui progetto d’ingabbiare le libertà sul net si accellera in tutti i paesi occidentali.
Per terminare vorrei sottolineare come le moltitudini possano vincere grandi battaglie, al prezzo di grandi sofferenze e del sangue, ma senza delegare il comando delle operazioni ad organizzazioni o avanguardie organizzate. La forza reticolare puo’ diventare irresistibile e determinata e questo è un’ulteriore conferma che siamo entrati in una fase nuova.
le 30/1/2011